La nostra storia

L’agraria di Barga ha una lunga storia che attraversa tutto il Novecento, coinvolge tre generazioni ed arriva fino ad oggi. Situata sempre nello stesso punto si affaccia sul marciapiede di Via Pascoli e fa posto ai suoi articoli che con l’andar del tempo sono diventati sempre più numerosi e vari.

Non così quando è nata nel lontano 1930, allorché Alfredo Cosimini, un giovane di 28 anni che faceva il carrettiere ebbe l’intraprendenza di prendere in gestione il Consorzio Agrario, antenato illustre dell’Agraria. Quando il paziente lavoro e la fiducia che Alfredo era riuscito ad avere dai contadini e dai proprietari terrieri, cominciava a dare buoni frutti, ecco la guerra a troncare futuro e speranze. Il Consorzio fu requisito dai tedeschi, ma fu trovata una sistemazione temporanea sul Fosso, di più facile agibilità dato che il Giardino era rimasto isolato dopo la distruzione dei 2 ponti. Nel frattempo il Consorzio si era visto assegnare il compito di immagazzinare e quindi distribuire i viveri americani alla popolazione di Barga. Compito impegnativo e di responsabilità. Nel 1945, però, durante il periodo dell’occupazione tedesca, il magazzino pieno di viveri andò a fuoco. Fumo e macerie trovò Alfredo quella mattina salendo da Loppia dove era sfollato con la sua famiglia. Tuttavia si era salvato qualcosa. Lui lo sapeva, gli altri no. I soldi degli incassi il fuoco non li aveva toccati, perché lui, la sera, se li portava a casa con sé. Doveva consegnarli al Direttore del Consorzio di Lucca. Non ebbe dubbi. Furono necessari un lasciapassare del comando americano ed una bicicletta. Alfredo si incamminò verso Lucca con appeso al manubrio un sacchetto con dentro 1.100.000 lire. L’abbraccio del Direttore, la meraviglia e lo stupore e poi l’elogio solenne del Prefetto Carignani furono la ricompensa di cui Alfredo Cosimini andò orgoglioso per il resto dei suoi giorni. Con questo atto si chiudeva la parentesi della guerra e si apriva il nuovo capitolo, quello della rinascita e della ricostruzione.

Barga, Castelnuovo Garfagnana, Gallicano: i Consorzi agrari hanno nei fratelli Cosimini Alfredo, Alberto, Giuseppe, Guido, i loro rappresentanti e uomini di fiducia. Per i mezzadri e gli agricoltori che stanno riassettando i terreni e gli allevamenti, il consorzio è un punto di riferimento importante che fa loro credito, al bisogno. Così per i fattori dei grandi poderi: Mordini, Salvi, Gramigna, Cardini, Cola. La figura del fattore, oggi scomparsa, appartiene a quel epoca. Amministratore oculato, era fra i clienti del Consorzio da tenere in grande considerazione. Alla fine degli anni ’50 questo periodo si conclude: Il Consorzio Agrario ha esaurito le sue funzioni. Alfredo Cosimini volta pagina, si mette in proprio dopo anni di onorata rappresentanza. Nasce l’Agraria, la novità era il cambiamento di nome, il genere rimaneva lo stesso: farine, mangimi, fertilizzanti, sementi. Facevano la loro comparsa in modo massiccio i generi alimentari venduti all’ingrosso. All’agraria si riforniscono i piccoli esercizi commerciali per le loro scorte alimentari di zucchero, liquori, saponi, diventa il fornitore principale dei fornai di Barga e dintorni. Marino Passerotti, prezioso e fidato aiutante, con l’Ape carica di sacchi e di balle si spingeva, ogni giorno, su per le frazioni di montagna e caracollava per i viottoli carico di sacchi di mangime da portare nelle stalle. Camion spesso con rimorchio, stazionavano a pomeriggi interi davanti al magazzino in attesa che gli uomini scaricassero, poggiandoseli sulle spalle, sacchi da mezzo quintale e, qualcuno, da quintale. Sono gli anni del boom economico: il lavoro non manca, ma soprattutto premia chi lo tratta con rispetto. Così è stato per Alfredo Cosimini, infaticabile organizzatore, commerciante intraprendente di vecchio stampo. Nel procedere del tempo, si sa, le cose cambiano perché la società e l’economia si evolvono più in fretta di quanto vorremmo. Alfredo, negli anni ’70, avverte che è il momento di passare la mano e, a poco a poco, si ritira dal pieno del lavoro; lascia l’attività alla figlia Maria, già esperta per averlo affiancato per tanti anni, e al genero Alessandro Cardella. Nuove energie vengono messe in campo, nuove idee in linea con i tempi che hanno voglia di cambiamenti.

E’ il momento del Market; l’Agraria si rifà il look: da magazzino di granaglie e di viveri a negozio alimentare ordinato,ben illuminato, invitante per qualità e prezzi. Alimentari Cardella campeggia sull’insegna. La vecchia agraria è confinata nei locali adiacenti, un po’ in disparte, ma sempre pronta a servire. Alessandro è simpatico, gioviale, sempre pronto alla battuta; Maria sempre vigile e attenta sa come accontentare i clienti. Questi sono sempre gli stessi, contadini, piccoli proprietari,massaie che, nel minimarket, il primo della cittadina, provano, ora, il gusto di riempire il carrello di confezioni colorate, di servirsi da sole, di assaggiare formaggi e salumi. La strada di Alessandro e Maria resta questa fino agli anni ’90 tra momenti buoni e meno buoni, in attesa che i loro figli decidano il loro futuro. Ma la concorrenza si fa ogni giorno più agguerrita: la grande distribuzione fa la sua comparsa nella Valle del Serchio e fa sentire i suoi effetti sulle piccole e medie attività anche a Barga. Bisogna ripensare in fretta e mettere a punto nuove strategie per resistere e andare avanti cercando di avere sempre un minimo di profitto.

Alfredo Cardella, uno dei due figli di Alessandro e Maria, raccoglie la sfida sul finire degli anni ’90, e decide di tornare alle origini del nonno, puntando nuovamente sulla terra ed i suoi frutti e di costruire il suo futuro da ciò che gli aveva consegnato il passato. E’ di nuovo Agraria nel 2000: L’Agraria di Barga. Nella gestione Alfredo associa l’amico Leonardo. Il punto vendita è ancora quello storico di Via del Giardino, l’offerta dei prodotti ruota ancora intorno alla terra. La terza generazione è al lavoro. Alfredo e Leonardo hanno, come è normale, una propria visione, un loro stile e ritmo, tutto secondo i tempi che corrono, ma con il rispetto ed un occhio di riguardo per i 70 anni di lavoro che hanno alle spalle.